Nelle famiglie in cui sono presenti adolescenti e preadolescenti, diventano sempre più frequenti le lotte quotidiane tra i figli e genitori in merito all’utilizzo del computer e di internet. Mentre i primi mirano ad un consumo illimitato del pc e del web, i secondi invece cercano di svolgere il proprio ruolo educativo regolamentando l’uso che i figli tendono a farne e cercando di riportarlo a livelli meno alienanti.
Dall’accesso alla Rete all’eccesso di Rete
Negli
ultimi anni l’utilizzo del web,attraverso computer,tablet o
smartfhone,è diventato sempre più un mezzo di aggregazione,
di scambio e di comunicazione. Per molti adolescenti, non
costituisce solo un modo per accedere a nuove conoscenze e
coltivare on-line quelle già presenti, ma diventa anche un
argomento di conversazione che ha il potere di accrescere il
prestigio sociale all’interno del gruppo. Coloro che non si
uniformano alla tendenza della maggioranza, potrebbero
sentirsi dei disadattati e potrebbero rischiare di venire
emarginati. Spesso, i ragazzi che per natura sono più timidi
e introversi, assecondano la loro indole riservata trovando
in Rete quella propria competenza sociale e quella
possibilità di scambio che non riescono ad ottenere nella
vita reale e quotidiana, di conseguenza trascorrere il tempo
on-line diventa più gratificante e più allettante che
frequentare persone reali. Non c’è dubbio che l’utilizzo
costante dei dispositivi a scopo di intrattenimento rientra
in un fenomeno culturale adolescenziale, ma è pur vero che
molti giovani incorrono nel rischio di abusarne e allora l’
ACCESSO ALLA RETE diventa un ECCESSO DI RETE!
Le attività
che maggiormente innescano la dipendenza riguardano le chat,
i blog, i giochi on line e la navigazione nel web. Tra
queste, le più propense all’instaurarsi di una dipendenza
sono soprattutto quelle in cui è presente un’interazione tra
i partecipanti, come nel caso degli istant messagging, delle
chat line o delle comunità virtuali (mood) alle quali si
aderisce costruendosi un personaggio e interagendo con gli
altri. Un altro aspetto da non trascurare, soprattutto per i
social network, è l’impatto psicologico dovuto alla
massiccia partecipazione e pubblicizzazione di questi
canali, attraverso vie formali ed informali, che fa sentire
la persona come un membro di un grande gruppo di “simili” e,
proprio per questo, degno di approvazione. Inoltre si ha
accesso ad una perenne vetrina virtuale in cui mettersi in
mostra,condividere e ricevere feed-back sulla propria
personalità.
Young (1998) ipotizza l’esistenza di una
relazione significativa tra la dipendenza da internet e il
disturbo depressivo, infatti coloro che soffrono di una
depressione importante spesso eccedono nell’uso della Rete.
Secondo l’autore, i soggetti con bassa autostima, paura del
rifiuto e bisogno di approvazione, mostrano una
frequentazione intensa del web.
Dipendenza da internet: alcuni dati
Una ricerca del 2006, promossa dal Ministero del Lavoro e
delle Politiche Sociali, individua delle differenze di
genere all’interno di questo fenomeno. Il rischio è più alto
per gli adolescenti maschi che fanno un uso quotidiano del
computer e di internet più massiccio rispetto alle coetanee
femmine ( il 27% dei maschi tra 11-14 anni e il 36,6% di
quelli dai 15-17 anni, contro rispettivamente 16% e il 22%
delle femmine della stessa età).
Dalla stessa ricerca si
evince che, degli adolescenti che hanno il collegamento alla
Rete nella propria abitazione, il 44,4% chatta con chi
capita, senza preoccuparsi dell’età dell’interlocutore e il
73,5% desidererebbe incontrare le persone conosciute in
chat.
Da questi dati emerge che, l’eccessiva
frequentazione della Rete da parte dell’adolescente, qualora
non venga controllata da un adulto di riferimento, oltre a
rischiare di diventare una forma di disagio psicosociale in
cui si preferisce la realtà virtuale, può trasformarsi in un
pericolo concreto che può sfociare in spiacevoli incontri.
La dipendenza da internet: quando si può parlare di disturbo
Ancora
oggi i ricercatori hanno difficoltà a classificare la
dipendenza da internet come un vero e proprio disturbo
psichiatrico, tanto che non compare in nessun manuale
diagnostico ma viene ugualmente indicato con il nome di
Internet Addiction Disorder (IAD): ovvero una particolare
modalità di esprimere il proprio disagio attraverso l’uso
smodato di un prodotto tecnologico .
Il
disturbo da dipendenza da internet non viene percepito come
un disagio da colui che ne soffre e pertanto egli non
ritiene di aver bisogno dell’aiuto di uno specialista per
risolvere quello che “gli altri” avvertono come un problema.
La dipendenza patologica può essere generale o specifica e
focalizzata su una particolare attività. Nonostante il
margine d' incertezza sulla classificazione del disturbo,
gli studiosi riconoscono di comune accordo che l’ossessione
per il gioco e l’alienazione dalla vita reale, a cui si
preferisce quella virtuale, sono sintomi connessi al disagio
e che hanno un risvolto preoccupante per la salute mentale
dell’individuo.
Comportamenti sintomatici della dipendenza da internet:
- L'individuo resta davanti al pc per lassi di tempo
molto lunghi senza averne cognizione e non interromperebbe
la sua attività se qualcuno non intervenisse dall’esterno.
- Quando viene distolto dalla sua attività on line,
manifesta un evidente stato di nervosismo e insofferenza,
arrivando ad essere aggressivo e, a volte, violento verso
colui che interrompe la sua occupazione nel web
- Passa
su internet più tempo di quanto era stato preventivato e i
tentativi personali di controllarne l’utilizzo falliscono
- Quando è connesso alla Rete, presenta uno stato euforia ed
eccitazione, resa nota da atteggiamenti verbali e non
verbali come esclamazioni ad alta voce, espressioni di
entusiasmo…
- Per raggiungere lo stato di eccitazione
desiderata, necessita di intrattenersi più tempo possibile
in Rete. Nega infatti di trascorrere troppo tempo al
computer e vorrebbe passarne sempre di più
- Coglie ogni
occasione per connettersi alla Rete, anche durante quelle
circostanze in cui un simile comportamento non è adeguato al
contesto o alla situazione. Spesso lo fa di nascosto o
inventa scuse.
- Quando non riesce a raggiungere il suo
obiettivo (il web), si mostra stanco, irritabile, apatico,
intollerante e può arrivare a minacciare i genitori di
commettere gesti impulsivi e pericolosi
- L’astinenza da
internet può provocare ansia, fantasie o sogni su internet,
agitazione psicomotoria, pensiero ossessivo riguardante la
Rete, movimenti volontari o involontari che prevedono il
tamburellare con le dita
- Si trascurano doveri e piaceri
non legati alla Rete: la scuola, l’igiene personale, gli
impegni sportivi, le uscite con gli amici. Si abbandonano
altre forme di intrattenimento come la tv, la lettura, la
musica, il gioco…
- Quando qualcuno chiede informazioni
sulle attività svolte on-line, non ottiene risposte
congruenti ed esaustive, ma approssimative ed evasive.
-
Tutte le attività che non hanno nulla a che fare con
internet, sono vissute con noia, demotivazione e fastidio
Sintomi psicofisici della dipendenza da internet:
- alterazioni nel comportamento alimentare: inappetenza,
pasti irregolari o frettolosi (saltare i pasti, mangiare
fuori pasto, mangiare in fretta per tornare in Rete)
- alterazioni del sonno: stanchezza, perdita di sonno,
difficoltà ad alzarsi la mattina, affaticamento, enuresi
notturna, sogni/incubi sulle attività svolte su internet che
provocano sonno agitato.
- alterazioni della condotta di
vita: irascibilità, nervosismo, opposizione, aggressività,
ribellione, disobbedienza, ansia.
Un disturbo di questo
tipo provoca un forte disagio in tutto il sistema familiare.
Spesso anche la vita dei genitori e dei fratelli ruota
intorno alle abitudini di chi è dipendente da internet tanto
che gli spostamenti e le esigenze degli altri membri della
famiglia sono vincolati al fatto che egli resti da
solo o meno. A volte capita che gli adolescenti, pur di
ottenere quello che vogliono, minaccino velatamente i
genitori di fare gesti inconsulti qualora non si permetta
loro di accedere al web. La posizione dei genitori, in
queste circostanze, è molto delicata e la difficoltà a
confrontarsi con questo problema è legittima.
È
fondamentale che il messaggio educativo verso il figlio che
esprime questo disagio sia univoco e che la coppia
genitoriale si mostri determinata.
Un terapia
familiare in questi casi risulta essere molto utile perché
aiuta ad esplicitare il malessere di ognuno, a trovare delle
possibilità di comunicazione più efficace e a ristabilire
una forma di equilibrio in famiglia ristrutturando una
gerarchia di priorità.
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