L’adolescenza
L’adolescenza è quella fase di passaggio dallo status di bambino a quello di giovane adulto e, proprio in quanto si tratta di una fase di transizione, prevede un costante dinamismo e continui cambiamenti che spesso, dall’esterno, vengono scambiati per volubilità, instabilità, squilibrio. L’adolescente cambia il modo di rapportarsi al proprio corpo, ai genitori, agli adulti, ai coetanei, alla società e, questi mutamenti, richiedono la presenza di un contesto familiare che, oltre a svolgere una funzione contenitiva, ha anche lo scopo di aiutare il giovane a costruire la propria identità, i propri valori. Quando questo processo avviene in modo molto problematico, possono manifestarsi nell’adolescente disturbi della condotta, ritiro e isolamento sociale, disturbi alimentari, alterazioni dell’umore che rischiano di sfociare stati depressivi.
Adolescente e corpo che cambia
Il bambino, femmina o maschio che sia, va costantemente incontro alla
trasformazione del proprio corpo: vede le ossa
allungarsi fino a raggiungere l’altezza definitiva, vede
i tratti somatici modificarsi, i genitali maturare…
tutti questi mutamenti lo pongono in relazione con il
mondo in maniera differente. Il suo corpo attira
l’attenzione propria e altrui in modo nuovo, alcune cose
che prima erano concesse, adesso diventano proibite e
predomina la tendenza esplorativa.
Tutto questo pone
l’adolescente in una situazione di forte incertezza. Il
fatto che debba imparare a gestire nuove dimensioni
fisiche, è poca cosa se paragonato a quanto deve
imparare a fare a livello psicologico. Nuove emozioni
irrompono nella psiche, raggiungere la maturità sessuale
porta con sé la nascita di nuovi desideri e il bisogno
di investigare la propria fisicità appena acquisita. Il
rapporto con l’altro sesso, spesso disprezzato fino a
questo momento, si trasforma sotto la spinta della
tensione sessuale e amorosa, che essendo legata ai
cambiamenti ormonali, risulta fisiologica in questo
momento della vita.
Il compito di questa fase del
ciclo di vita è carico di difficoltà, prevede
l’integrazione del nuovo con il vecchio, per raggiungere
un’immagine di sé integrata ed accettabile nella sua
interezza.
Di fronte a tutte queste novità spesso si
attraversano momenti di incertezza, di tristezza e di
paura che condizionano il rapporto con gli altri. In un
certo senso l’emergere di queste sensazioni è connessa
ad una sorta di nostalgia legata alla fase di vita
precedente, l’infanzia.
È frequente la sensazione
di non avere un corpo adeguato e spesso si ha la
necessità di passare molto tempo allo specchio a
“riconoscersi”, a trovare il miglior modo per presentare
agli altri un fisico in evoluzione, non ancora adulto ma
non più bambino, un corpo di cui spesso ci si vergogna e
che viene percepito con grande disagio e senso di
inadeguatezza.
Tutto questo sforzo può portare a
maturare verso se stessi e il mondo:
1) dei sentimenti
negativi: disprezzo verso se stessi o verso i propri
genitori che “hanno generato un corpo con tanti difetti
o non hanno fatto niente per migliorarlo”,
insoddisfazione che può portare ad atteggiamenti
autolesionistici, diete drastiche….;
2) uno stato di
confusione: “come mi devo comportare ora?” “Come
diventerò?” ,“ Perché le persone mi guardano in modo
diverso?” , “I miei genitori mi vorranno ancora bene?” ,
“ I miei amici mi accetteranno?”, spesso gli adolescenti
avvertono un senso di rifiuto o critica soprattutto da
parte del genitore di sesso opposto;
3) una tendenza
all' isolamento: a volte ci si percepisce così
inadeguati che si preferisce stare appartati, evitare i
contatti sociali e ritirarsi in contesti che possono
apparire temporaneamente più gratificanti come i social
network, le comunità virtuali che, nei casi più gravi,
rischiano di sfociare in forme di dipendenza dalla rete.
Adolescenti e genitori
Anche il rapporto con i genitori ha un ruolo fondamentale. I
ragazzi spesso manifestano atteggiamenti ribelli e si
ritengono incompresi. I genitori, da parte loro, da un
giorno all' altro possono avere la sensazione di non
riconoscere più il proprio figlio, spesso non sanno come
interpretare e leggere le emozioni del figlio, possono
trovarsi disorientati di fronte a questi cambiamenti,
soprattutto se l’atteggiamento dell’adolescente è
percepito come impenetrabile, ambiguo, sfidante o poco
controllabile .
L’atmosfera familiare può cambiare
drasticamente e si può andare incontro a momenti di
grande tensione. A questa età i ragazzi spesso
contestano le scelte e i valori dei genitori, che
vengono sostituiti da nuovi e ferventi ideali. I
genitori, messi di fronte a tali cambiamenti, possono
avvertire una sorta di rifiuto, ma è bene considerare
che questo è solo l’aspetto più estremo e amplificato di
un sottostante bisogno di differenziazione, sano e
fisiologico, che diventa problematico solo se, nella
relazione tra genitori e figli, ci sono aspetti di
chiusura così rigidi da impedire uno scambio
comunicativo efficace e autentico.
I motivi che
spingono i genitori a preoccuparsi sono molteplici: la
paura che la volubilità del proprio figlio possa
renderlo vulnerabile a influenze esterne poco
raccomandabili; il timore che il ragazzo non abbia il
senso del limite e la responsabilità di considerare le
conseguenze delle proprie azioni; il dubbio che certi
cambiamenti possano ostacolare la carriera scolastica e
minacciare le prospettive future; la percezione che il
figlio viva delle situazioni di vita, a scuola o tra gli
amici, che generano inquietudine ma restano oscure al
genitore…….I timori dei genitori sono comprensibili: i
loro comportamenti a volte controllanti o indagatori,
altre volte accondiscendenti e amicali, sono dettati
dalla volontà di desiderare il massimo bene per i propri
figli anche se a volte le modalità e le strategie
adottate non sortiscono i risultati sperati e possono
essere fraintesi.
Adolescenti e adulti
Agli occhi degli adulti gli adolescenti rischiano di
apparire come bambini troppo cresciuti che non sanno
valutare quando è il caso di fermarsi. Il loro gergo
risulta fastidioso e uniformante, la loro gestualità
esagerata. La loro sfrontatezza sembra sinonimo di
scarsa educazione. È a proposito di questi aspetti che
il mondo degli adulti ha coniato il termine di “crisi
adolescenziale”.
La cultura adolescenziale è senza
filtri e spesso in antitesi con quella dominante che,
proprio per questo motivo, è oggetto di sfida. Basti
pensare alle costanti provocazioni che molti adolescenti
dirigono al sistema scolastico, ai docenti, alla
legge….. spesso mettendosi nei guai o arrivando a
compiere gesti inconsulti: è il caso del vandalismo, del
bullismo………………
Adolescenti e società
I modelli sociali acquistano un valore vastissimo,
spesso a partire dalla TV. L’adolescente trova
rassicurante ed entusiasmante appartenere ad un “gruppo
sociale” nel quale riconoscersi e identificarsi: questa
adesione lo fa sentire meno diverso, meno sbagliato, ha
una funzione di orientamento e permette di assumere
quello status (attraverso il look, gli accessori, gli
hobbyes…) che crea aggregazione. Ad esempio la magrezza
delle “belle in Tv”, è ricercata ed ambita sia perché
riconosciuta socialmente come desiderabile sia per la
sua similitudine con il corpo infantile appena perso e
rimpianto. Quando le ossa e la carne non permettono di
essere come i modelli impongono, le giovani donne
possono nutrire sentimenti di disagio così forti da
sfociare in disturbi da dismorforfismo corporeo,
disturbi alimentari come anoressia, bulimia nervosa,
disturbo da alimentazione incontrollata…..
Nella
nostra epoca l’ incertezza dell’età va poi a sommarsi a
quella culturale di un mondo in metamorfosi, che
utilizza sempre nuovi canali e strumenti per rinnovare e
rinnovarsi. Il mondo degli adolescenti di oggi è molto
diverso rispetto a quello degli adolescenti di solo una
generazione fa. Questo pone i genitori in una posizione
insolita rispetto a quanto accadeva anche solo 50 anni
fa: agli adulti odierni infatti non è concesso di
guidare, consigliare e dare sostegno senza aver prima
imparato i nuovi codici sociali e comportamentali,
ignorando i quali si ha sempre meno controllo sulla vita
dei propri figli.
Adolescente e coetanei
Inoltre un posto di rilievo è occupato dal mondo dei
coetanei che, a questa età, acquisisce una rilevanza
quasi totalizzante. La maggior parte delle volte si
ricerca e si vive un senso di sostegno ed appartenenza
al gruppo ma a volte può capitare che il gruppo e le
amicizie non soddisfino queste esigenze, anzi rischiano
di diventare un fattore di discriminazione ed
emarginazione sociale . Il gruppo può essere vissuto
come un oggetto di confronto verso il quale ci si sente
inadeguati, incompresi e fuori posto e spesso viene
evitato.
Nel caso degli adolescenti vittime di
bullismo, si può rischiare di andare nella direzione di
un marcato isolamento che può sfociare nella presenza di
uno depressione o nella ricerca di una realtà parallela
che non implichi un confronto diretto con i coetanei,
come ad esempio la dipendenza da internet. Il gruppo dei
coetanei può costituire un’importante fonte di
rispecchiamento, conferma e costruzione della propria
identità e, come può risultare una grande risorsa, allo
stesso tempo può trasformarsi in un’esperienza
traumatica quando il contesto delle amicizie è ostile e
aggressivo.
Adolescente e depressione
Secondo le statistiche
dell’Unione Europea, il 4% degli adolescenti europei tra
i 12 e i 17 anni soffre di depressione grave
raggiungendo una percentuale del 9% intorno ai 18 anni.
Le cause scatenanti possono essere eventi dolorosi come
un lutto, la separazione dei genitori, una delusione
amorosa o problemi con il gruppo dei coetanei, per
esempio a scuola.
In questi casi succede che
l’angoscia, la noia o l’assenza di voglia di fare
diventino lo stato emotivo predominante e minaccino la
sfera affettiva, relazionale o scolastico-lavorativa
dell'adolescente. L’umore risulta depresso, il pensiero
ed il comportamento ne risentono, le funzioni cognitive
appaiono alterate. Tristezza, malinconia e
preoccupazione sono gli stati d’animo predominanti.
Possono essere presenti irritabilità e nervosismo. Il
ragazzo non sente più interesse in alcuna attività e può
tendere al ritiro; la sua autostima si può abbassare
bruscamente e può non sentirsi più in grado neanche di
svolgere quei compiti che prima riteneva semplici.
Ad esempio i ragazzi tornano a casa con espressione
malinconica, a passi lenti e svogliati, si chiedono
nelle loro stanze per ore, si innervosiscono per una
frase mal posta, evitano il contatto con gli altri,
trascurano la cura della propria persona......
A
volte si hanno ripercussioni anche nell'area del sonno e
in quella dell’alimentazione. Alcuni ragazzi in
adolescenza cominciano ad andare a dormire molto tardi
o perché escono con gli amici e fanno le ore piccole o
perché trascorrono molto tempo al computer, altri
passano ore ed ore nel dormiveglia. Alcuni girovagano
per casa e consumano pasti in modo irregolare e poco
salutare col rischio di incorrere in disturbi
alimentari che, se sommati ad altri aspetti problematici
della vita del giovane in quel momento, nelle forme più
gravi sfociano in situazioni estreme come l’anoressia e
la bulimia.
Il ragazzo può infine lamentare dolori
cronici, cefalee o fastidi gastro-intestinali. I mal di
testa per esempio, possono diventare più frequenti e
influire sulle relazioni sociali e sugli impegni
scolastici e lavorativi.
Le forme della depressione in adolescenza
La depressione, in età
adolescenziale, può prendere diverse forme. Tra queste:
•distimia: in questo caso sono maggiormente presenti
affaticamento, bassa autostima, stanchezza e perdita di
interesse.
•disturbo depressivo stagionale:
maggiormente frequente tra ottobre e novembre.
•stati
misti dell’umore: in cui lo stato depressivo è
ciclicamente sostituito da altri stati alterati
dell’umore (rabbia, eccitamento, etc.)
In tutti
questi casi è consigliabile agire con celerità poiché lo
stato di umore triste e malinconico potrebbe diventare
persistente e caratterizzare un periodo abbastanza lungo
da compromettere il benessere individuale o conservarsi
anche nell’età adulta.
La psicoterapia della depressione in adolescenza
La difficoltà maggiore
che si incontra in questi casi consiste proprio nel
rischio di non riconoscere la situazione come uno stato
di depressione. Una volta che si identifica il problema
e si arriva a chiedere aiuto, normalmente gli interventi
terapeutici risultano efficaci. Per raggiungere questo
obbiettivo è utile che genitori, insegnanti e figure di
riferimento siano sempre attenti ai possibili segnali
che mandano i ragazzi, come ad esempio un improvviso
calo nel rendimento scolastico, uno stile alimentare
insolito…….
Quando gli adolescenti si trovano ad
affrontare una depressione, i genitori e i familiari
rappresentano sempre una risorsa preziosa e, proprio per
questo motivo, un percorso di terapia familiare risulta
essere quello più efficace. Nel caso di adolescenti con
disturbi dell’umore, è utile tener in considerazione
che, nella genesi del disturbo, possano subentrare una
serie di fattori che funzionano come con-cause rispetto
all’istaurarsi del problema: le caratteristiche del
contesto familiare, la storia personale
dell’adolescente, il rapporto che questo ha con le sue
figure di riferimento…. Un lavoro terapeutico familiare
può quindi portare a ristabilire la serenità individuale
del ragazzo e contemporaneamente quella familiare,
attraverso un lavoro di comprensione, elaborazione e
cambiamento di alcune dinamiche relazionali che
alimentano il problema.
Tale tipo di approccio al
problema permette di modificare alcune premesse
familiari, che seppur durante l’infanzia avevano
funzionato in modo soddisfacente, adesso invece, in
adolescenza, è spesso necessario mettere in discussione,
tenendo comunque presente che, se per certi versi i
figli reclamano autonomia, per altri sono ancora
bisognosi di cure ed attenzioni, a volte ancora più
intensamente che nelle fasi precedenti.
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