L’adolescenza è un momento di vita unico e irripetibile,
dove l’individuo è bersagliato da una così grande quantità
di richieste e di stimoli da parte del mondo esterno che
risulta difficile infatti definire con criteri univoci
questa fase del ciclo vitale a causa delle mille peculiarità
relative alle differenze sociali, di genere ed individuali.
È possibile tuttavia evidenziare delle tendenze di
comportamenti ed atteggiamenti, che presuppongono uno
sviluppo personale nuovo rispetto alle fasi precedenti.
Cambiamento da bambino ad adulto
Spesso si sente dire che
“l’adolescente non è né carne né pesce…” ad indicare che non
è più bambino ma non è nemmeno ancora adulto.
A livello
intrapsichico, mentre il bambino presenta una struttura
mentale rivolta all’esplorazione del mondo esteriore e le
sue curiosità si soddisfano per la maggior parte nel
presente e nel concreto, l’adolescente, invece, è ora capace
di concentrarsi sulla sua vita interiore. Il reale diventa
possibile, gli orizzonti si allargano e nello stesso tempo
il "certo" diventa "incerto", questo fa sì che gli
interrogativi a cui dar risposta siano molti ed urgenti. La
percezione del mondo adulto che, sino a quel momento, era
stata fonte di sicurezza e di appoggio, trova nuove valenze.
Il ragazzo comincia a percepire alcuni comportamenti dei
genitori come lacunosi e comincia a pensare che forse essi
non hanno tutte le risposte. Quelle che prima erano le
figure di riferimento, ora invece diventano figure da
confutare e mettere in discussione. L’adolescente ha
l’esigenza di mettere in discussione tutto e tutti. Spesso
vive il rapporto con gli adulti in modo competitivo e
sfidante: critica i loro comportamenti, sente che lui farà
scelte diverse e migliori. Gli adulti possono cominciare ad
essere visti come detentori di potere, coloro che impongono
regole scomode e faticose.
Lo sviluppo fisico
I cambiamenti fisici hanno rilevanza ad ogni età. Durante
questa fase i cambiamenti sono molto rapidi e vistosi,
quindi fortemente risonanti nell’adolescente. La sensazione
sperimentata dal ragazzo è quella di perdere un importante
schema di riferimento presente fino a quel momento.
Gli
aspetti maggiormente visibili sono l’altezza, il peso, la
dimensione di certe parti del corpo, le proporzioni. Questi
sono strettamente correlati alla questione del confronto con
i coetanei e possono influire sull’autostima.
Il
fatto di essere precoce o tardivo nel proprio sviluppo
fisico ha un suo peso nella formazione della personalità.
Come accade anche nel restante regno animale, i maschi più
sviluppati (soprattutto relativamente alla comparsa dei
caratteri sessuali secondari) e più forti, risultano spesso
più popolari e meglio integrati nell’ambiente, elementi che
hanno dei risvolti sociali tendenti a potenziare l’autostima
e la sicurezza personale.
I
ragazzi con sembianze che ricordano
ancora fortemente la fase precedente, ovvero glabri, con
scarso tono muscolare, con un look infantile…, possono
invece essere presi di mira e rischiare di diventare vittime
di bullismo nel contesto scolastico e amicale. È probabile
che non sia tanto l’amico ad essere rifiutato quanto invece
il fatto di rivedere in lui la propria fase precedente, a
causa di un complesso fenomeno di rispecchiamento. In ogni
caso il diverso ritmo di crescita rischia di relegare il
ragazzo in una posizione di subordinazione psicologica che
potrebbe divenire tratto stabile della sua personalità.
Nel caso delle ragazze
il fenomeno è per certi versi opposto. Lo
sviluppo precoce rappresenta la condizione “pericolosa e da
evitare”, per la quale l’atteggiamento del mondo adulto,
nonché dei compagni maschi, cambia. Le ragazze vengono
trattate da giovani donne, quando lo sviluppo emotivo
correlato a questo nuovo status è ben lontano dall’essere
compiuto. Spesso per loro è molto più desiderabile rimanere
nella fase di preadolescente che è fonte di sicurezza, che
rientra in un mondo già conosciuto e non prevede tutti
questi risvolti relazionali nuovi, imbarazzanti e carichi di
fantasie. A volte succede che l’obiettivo di “bloccare la
crescita” sia perseguito così intensamente dalle ragazze da
tentare qualsiasi strada, anche quella di ridurre le proprie
forme, quasi annullandole, nascondendole, attraverso
condotte alimentari che rischiano di diventare pericolose o
assumendo atteggiamenti “da maschiaccio” per rifiutare
l’evoluzione del proprio corpo verso forme più pronunciate e
femminili..
Lo sviluppo sessuale
Nelle
ragazze
La sessualità durante l’adolescenza
cambia in modo importante.
La pubertà è una fase
dell'adolescenza nella quale si completa la maturazione
sessuale e si evidenziano in modo definitivo i caratteri
sessuali secondari. Nelle femmine è più precoce che nei
ragazzi, avviene intorno ai 10-11 anni, con la comparsa
della prima mestruazione (menarca), la crescita delle
mammelle, la comparsa dei peli del pube, l'arrotondamento
dei fianchi e la distribuzione del grasso corporeo.
Il
corpo femminile deve fare i conti con l’arrivo delle
mestruazioni e questo evento può essere vissuto con reazioni
di rifiuto o negazione, la ragazza può sperimentare vissuti
di vergogna e e cercare di nascondere quello che le sta
succedendo, visto come qualcosa di sporco o disonorevole. In
altri casi il menarca si manifesta nel momento in cui
l’adolescente ha raggiunto un grado di maturità psicologica
consona e viene accolto come un segno, a volte lungamente
atteso, di progresso verso la conquista dell’autonomia.
Nei ragazzi
Lo sviluppo sessuale nei
maschi è più ritardato e più lungo di quello delle femmine. Esistono
ampie variazioni individuali, ma in genere avviene intorno
ai 12-13 anni. Uno dei primi segni è l'ingrossamento dello
scroto e dei testicoli, l’aumento del pene è successivo.
Appaiono peli più grossi, arricciati e sparsi sul pube,
arrivano le prime eiaculazioni, compare l'acne e la
traspirazione ascellare, più tardi compare la peluria
facciale e il cambiamento della voce.
Molti giovani
adolescenti hanno i primi contatti con la pratica della
masturbazione, attività sessuale piuttosto normale a questa
età, ma spesso vissuta con forte ansietà a causa di
atteggiamenti sociali eccessivamente moralisti o pratiche
che hanno uno scopo aggregativo in conflitto con i valori
personali del ragazzo. Oggi per esempio sembra molto diffusa
tra gli adolescenti la pratica masturbatoria via internet,
veicolata da una webcam, all’interno di alcuni social
network che permettono, in modo discutibile, l’incontro
virtuale con l’altro sesso o con alcuni aspetti della
propria sessualità. Spesso questo fenomeno è legato anche al
disturbo da dipendenza da internet.
Durante questa
fase del ciclo vitale cambia anche l’incontro con l’altro
sesso, evento capace di scatenare ansie e timori; non è
infrequente la paura di essere rifiutati. L’esperienza
eterosessuale in alcuni casi può costituire una dolorosa
delusione. Essa può essere vissuta come una semplice
soddisfazione fisica non accompagnata da fiducia e tenerezza
e potrebbe generare delusione anziché integrare. Quando ciò
accade, tende a rafforzare la dipendenza dal gruppo di
compagni dello stesso sesso. In altre parole l’attaccamento
a persone dello stesso sesso funge a protezione contro la
paventata intimità eterosessuale.
Lo sviluppo intellettuale
In questo periodo avvengono importanti modificazioni anche
sul piano del funzionamento mentale. Secondo Piaget,
nell’arco di tempo compreso tra gli 11 e i 14 anni, si
verificano dei progressi nello sviluppo intellettuale tali
da mutare il pensiero concreto, proprio della fanciullezza,
in pensiero ipotetico-deduttivo cioè astratto, proprio della
mentalità adulta. Questo significa che il ragazzo impara a
tener conto non solo delle situazioni e degli avvenimenti
direttamente percepibili, ma anche di quelli possibili.
Il gusto dell’adolescente per l’introspezione, la sua
propensione alla discussione, la tendenza a costruire o ad
accettare energicamente ideologie innovatrici, corrispondono
alla maturata capacità di operare anche su dati espressivi e
linguistici.
A differenza del bambino, l’adolescente non
si limita ad accettare nozioni e relazioni che gli vengono
offerte dal suo ambiente familiare e dal mondo adulto più in
generale, ma elabora, mette in discussione, guarda al
possibile, si lascia affascinare da teorie, filosofie,
approfondisce temi e argomenti, abbraccia correnti di
pensiero che hanno anche una funzione aggregante.
L’adolescente e il gruppo di coetanei
Il gruppo si
costituisce nell’adolescenza come uno spazio di confronto e
rispecchiamento, con sue regole specifiche spesso in
opposizione a quelle del mondo degli adulti.
Possiamo
idealmente suddividere in due fasi il modo di relazionarsi
con il gruppo da parte dell’adolescente:
- la prima fase, che si stabilizza all’incirca tra gli 10 e 14 anni, vede la costruzione di gruppi "omosessuali" nel senso che l’altro, dello stesso sesso, rappresenta lo specchio di sé. Il ragazzo si identifica nel gruppo e il gruppo rappresenta la proiezione di quello che sente di essere. L’essere parte del gruppo aiuta a superare le angosce relative alla propria identità sessuale attraverso una chiara distinzione dei sessi. All’altro gruppo, costituito da individui di sesso opposto, si tende ad attribuire caratteristiche negative o indesiderabili, quasi con atteggiamento paranoide.
- la seconda fase è quella del
gruppo adolescenziale "eterosessuale". Si tratta
generalmente di un gruppo in cui ognuno si sente libero di
esprimere anche alcuni aspetti caratteristici della propria
personalità perché comunque condivide con gli altri dei
valori comuni e aggreganti. Dal momento che il gruppo
rappresenta un elemento così importante nella vita di un
giovane, davanti ad un rifiuto subito, a volte il ragazzo
non si sente ben inserito o accettato all’interno del gruppo
di pari e in questi casi possono svilupparsi disagi e
disturbi più o meno seri che potrebbero portare a stati d’
ansia specifici come l’ansia sociale o stati depressivi.
Dal momento che il periodo adolescenziale, caratterizzato da
ricerca, sperimentazione, formazione di propri valori....
può essere ricco di conquiste ma anche di imprevisti, è
molto importante che i genitori assumano una funzione
vigilante ma non oppressiva, tutelando comunque il rispetto
delle regole familiari seppur adattate al momento di
transizione dei propri figli. Spesso, tanto per i genitori,
quanto per i figli, non è semplice riuscire a comunicare in
questa fase di grandi cambiamenti e, molto frequentemente,
il clima familiare è saturo di tensione e conflittualità da
cui sembra difficile uscire. In questi casi, soprattutto se
sono presenti dei comportamenti che destano preoccupazione,
richiedere una consulenza familiare, una terapia familiare o
una consulenza di coppia o terapia di coppia, potrebbe
risultare molto vantaggioso per arrivare a soluzioni che
ripristinino l'equilibrio familiare.
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